frittelle-di-fiori-di-acaciaQuesta settimana secondo il calendario del cibo italiano si celebra la cucina delle erbe e dei fiori, l’ambasciatrice è Cinzia Donadini del blog Essenza in cucina. Ammetto che di primo impatto questo argomento può evocare una cucina di nicchia. Come la cara Cinzia racconta nel suo articolo ufficiale, è di moda negli ultimi anni trovare petali o fiori nelle composizioni dei piatti nei ristoranti più chic ma, se ci fermiamo a riflettere sui fiori che normalmente entrano nei piatti di tutti i giorni, potremmo stupirci! Broccoli, cime di rapa, carciofi, cavolfiori, capperi, sono solo alcuni dei fiori considerati verdure che stagionalmente sono presenti sulle nostre tavole.  La cucina con i fiori si avvale di numerose specie floreali e ha tradizioni antichissime. Già nell’antica Roma si possono trovare ricette in cui si utilizzavano fiori:

III. VINO ROSATO E VIOLATO. (Si usa la Rosa Gallica e la Viola Odorata): per questo rosato fai così: cuci in un sacchettino di lino dei petali di rose ben asciutte dalla rugiada e senza l’unghia bianca. Copri tutto di vino per sette giorni. Togli le rose dal vino e sostituiscile con altre rose fresche sempre nel sacchettino. Falle riposare per altri sette giorni. Togli le rose. Ripeti l’operazione una terza volta e togli le rose. Cola il vino e quando lo vorrai bere aggiungici del miele rosato. Allo stesso modo farai il vino violato che stempererai nel miele. Se vuoi fare il rosato senza le rose procedi così: metti in un piccolo contenitore di foglie di palma (Chamaerops Humilis) delle foglie verdi di limone che porrai in un barilotto di mosto prima che fermenti e toglilo dopo quaranta giorni. Se sarà necessario aggiungici del miele e usa quel vino come rosato.

Apicio – De Re Coquinaria

Nei manoscritti medioevali come nella cucina tradizionale del Medio Oriente, i fiori e le erbe non accompagnano solo le ricette culinarie ma sono presenti anche nella farmacopea tradizionale.

I fiori hanno sempre avuto un posto di rilievo nel mondo rurale, sono infatti numerose le preparazioni a base di fiori che scandiscono stagionalmente la vita domestica contadina. I contadini che tramandano ancora le loro conoscenze, raccomandano la raccolta quando sono appena sbocciati o ancora meglio se il bocciolo non si è ancora aperto. Solitamente si raccolgono al mattino, quando la rugiada si è asciugata e in molti casi, la ritualità è parte della raccolta stessa. Ad esempio in alcuni luoghi d’Italia, i fiori di camomilla devono essere staccati dalla pianta con la mano sinistra e non devono toccare terra fino all’arrivo a casa.

Da bambina trascorrevo tantissimo tempo con mio nonno, amante di tutto ciò che è naturale  e della fitoterapia. Con lui, durante le nostre passeggiate ho imparato a riconoscerle e il più delle volte ad apprezzare la loro bellezza. Non dimenticherò mai la “bacchettata” (figurata ovviamente!) un giorno mentre raccoglievamo le more, per non aver riconosciuto una pianta di luppolo, oppure il suo aiuto quando ho preparato l’esame di botanica all’università… Qui a Torino l’abitudine di passeggiare nei prati l’ho persa, come ho perso l’abitudine di raccogliere erbe e fiori spontanei, ma i fiori di acacia, quelli si trovano anche al mercato e allora come non approfittarne?!

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Frittelle di fiori di acacia

Ingredienti:

  • fiori di acacia
  • farina 00
  • acqua gasata fredda qb

Procedimento:

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In  un contenitore lavorate la farina con l’acqua fino ad ottenere una pastella non troppo liquida e priva di grumi. Immergete i fiori di acacia fino a coprirli completamente e fate cadere la pastella in eccesso.

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Friggete i fiori in abbondante olio bollente. Fateli asciugare su carta assorbente e servite immediatamente.

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Difficoltà: BASSA

Tempi di preparazione: 10 MINUTI

Tempi di cottura: 10 MINUTI

Modalità di cottura: FORNELLO

Porzioni: /

Fonte: Cucinare con i fiori – D. Bencivenni e C. Meacci – Libreria editrice Fiorentina

3 Commenti su Frittelle di fiori di acacia

  1. Sono molto onorata di questo tuo bellissimo articolo, dove tra l’altro mi “regali” una bellissima ricetta di nientemenoche Apicio! In un recentissimo corso di fitoterapia erboristicha che ho seguito, il relatore chi ha dato tante ricette per realizzere degli “enoliti”, ovvero vini e liquori preparati porpiro come suggerisce Apicio, per scopi curativi. E ora che è tempo di rose, non mi lascerò sfuggire l’occasione di provare a farlo.. Grazie!

    • Cinzia partecipare alla “tua” settimana è stato un vero piacere! Avessi avuto quel “pizzico” di tempo in più mi sarei impegnata nel realizzare qualcosa di più elaborato… Grazie a te per lo splendido articola che ci hai regalato!

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